Ieri ho avuto una giornata pessima. 

Mi sono addormentata con tanta Rabbia in corpo.

Stamattina mi sono svegliata molto presto, saranno stati i pensieri o la tosse del mio bambino di due anni. In effetti era l’alba, ma avevo una voglia irrefrenabile di alzarmi. Ho sempre adorato sentire gli uccellini appena sveglia, loro così operosi già di primo mattino. Ho fatto colazione con calma e ho pensato a mia mamma, non ho mai capito veramente perché si svegliasse alle 4 di mattina. Casa mia era sempre piena di profumo di aglio fritto e salsa; mi chiedevo come faceva a trovare il modo di metterlo ovunque.

Mi viene da ridere se penso che, quando non ero ancora sposata, il mio unico pensiero era che quell’odore di aglio, diciamocelo pure, “puzza di aglio fritto”, me la sarei portata in ufficio.

Poi ho pensato che mia mamma si è sempre svegliata alle 4 del mattino da quando la conosco. Lei era una donna lavoratrice con quattro figlie, erano solo lei e mio padre, due profughi pugliesi Doc.

Ho detto era, ma ancora lo è! Anche in questo periodo dove è costretta a stare a casa, lei sta sicuramente lavorando, non so bene a cosa, ma so che lo sta facendo.

Io ne ho solo due di figli e la vita è stata sempre fin troppo facile. Facile andare al lavoro con i nonni che ti tengono i bambini. Facile la vita familiare quando vedi tuo marito solo la sera. Facile gestire una casa che praticamente non utilizzi.

Anche se in una modalità imprevista, questo periodo mi sta insegnando davvero tante cose, mi sto rendendo conto che sono molte le capacità che bisogna sviluppare per far andare la vita come vorremmo che vada. Mi sto rendendo conto di quanto sia veramente difficile capire quale sia la cosa giusta da fare e pensare, a parte lavare le mani e restare a casa ovviamente.

Pensare che egoisticamente ero io la prima a sentire come lontani racconti di guerra e malattie.

Com’è facile convincersi di essere “brave persone” quando in realtà la vera “santità” sta ben oltre.

La mia amica Fabrizia, ad esempio, si occupa di sanità, così come molti altri, loro “Fanno e basta”, senza pensare a cosa si aspettano gli altri, a come piacere agli altri e a cosa otterranno in cambio.

Sono tanti i motivi per cui si scatena il sentimento della Rabbia in questo periodo, compresi questi!

Dobbiamo tener presente alcune cose sulla Rabbia:

  1. Che non è sempre così chiaro che stiamo provando Rabbia, anche perché spesso è mischiata con altri sentimenti, non per forza tutti negativi.
  2. Che appare quando meno ce lo aspettiamo.
  3. Che la Rabbia è una fase di un processo circolare, possiamo superarla, ma possiamo anche ricascarci.
  4. Che nessun’altro sarà mai pronto per gestire la nostra Rabbia, dobbiamo pensarci noi!

Vi posso fare alcuni esempi:

Rabbia perché non abbiamo il controllo di questa situazione, ma sappiamo che questo genera anche paura e non possiamo farci nulla (vedi articolo sulla paura).

Rabbia perché ci rendiamo conto che la persona con cui conviviamo non ci capisce, eppure è l’unica che ci siamo scelti. Quante volte ho già sentito, anche in modi scherzosi: “esco perché non ce la faccio a stare con mia moglie”, “è una fortuna che siamo ancora insieme”.

Rabbia perché vorremmo far star bene i nostri bambini, ma vediamo che qualunque facciamo non basta.

Rabbia perché non riusciamo a lavorare come eravamo abituati a fare.

Alla fine queste motivazioni non sono mica tanto lontane da quelle che ci facevano arrabbiare anche prima del 21 febbraio 2020.

Ma che cosa succede quando questa Rabbia la teniamo dentro?

Quello che è certo è che si scatena in noi un Senso di Ingiustizia. Gli Psicologi la chiamano Rabbia Indiretta.

Ma che cos’è in poche parole la Rabbia Indiretta?

Quello che inevitabilmente, in qualche modo, emergerà nella relazione con chi ti sta attorno e che, ti assicuro, la Rovinerà!

Magari quando tuo marito o i tuoi figli, i tuoi colleghi ti diranno qualcosa che non ti piace, non dirai nulla in quel momento, ma la volta successiva il tuo nervosismo si noterà, e a lungo andare, se l’intento iniziale era quello di preservare la relazione, in realtà la stai solo rovinando.

Quali sono allora gli strumenti per dare feedback, anche ai colleghi distanti? Quali sono quelle tecniche negoziali e persuasive che possiamo far nostre non solo sul lavoro, ma anche nella nostra vita quotidiana? Come si fa a gestire il nostro senso di colpa e la voglia di piacere a tutti? Come si fa a non esplodere nel momento sbagliato?

Noi queste tecniche le abbiamo isolate e semplificate, ma la base sta sempre nel:

  1. Riconoscere quale emozione si sta provando
  2. Pensare a come risolvere la situazione e a cosa vogliamo comunicare all’altro
  3. Dire con le parole giuste, quindi senza offendere o essere aggressivi
  4. Allenarsi a usare tecniche comunicative efficaci
  5. Provare e riprovare cercando la tecnica comunicativa più adatta a noi e all’interlocutore che abbiamo di fronte

Consiglio personale: prendetevi del tempo da soli per riflettere su cosa sta accadendo alle vostre vite e su come possiamo sfruttare questo tempo per fare tesoro di insegnamenti e degli esempi che abbiamo ricevuto.

#skilleyd #makesense